martedì 26 marzo 2019

Statistiche o pallottole ?


L'intervento del Rettore Elio Franzini sul Corsera di oggi, 26 Marzo 2019 mi sembra quanto mai opportuno e in particolare condivido pienamente l'affermazione : "gli elementi di statistica, i numeri, pur importanti, non devono avere prevalenza assoluta, risultando invece solo un momento in un sistema di riferimenti più ampio e complesso, che non può mai cedere ad una razionalità unilaterale, comprendendo invece che nessuna verità singola può essere assolutizzata se si vuole avere una visione matura della scienza e dei suoi metodi." 

In effetti, il condivisibile tema generale trattato dal filosofo Franzini, che ribadisce quanto sia - anche per l'homo technologicus - ineluttabile il problema del libero arbitrio e della scelta razionale e quindi del sapere critico e quindi della cultura, nello specifico passaggio sopra citato, pronunciato nella sua veste di Rettore, sembra anche alludere o rispondere ad alcune voci ministeriali sulla valutazione della docenza che stanno circolando in questi giorni. Sembra ancor più rilevante e pertinente, quando lo si riferisce proprio alle novità prospettate in merito al mondo della Scuola e dell'Università ovvero al sogno ministeriale dell'automazione, al proposito di portare a "maturazione" quel disegno di automazione delle valutazioni nel mondo scolastico e universitario avviato da tempo e solo in parte "maturato".

Infatti, se "fondere Anvur con l’Invalsi" sembra un nuovo logico passaggio nell'assimilare o semplificare la docenza, nella definizione del docente-automa, ecco il vero gioiello per la sua valutazione: "il docente inserisce tutte le informazioni sulla sua attività e le sue pubblicazioni, quindi riceve via mail un punteggio sul proprio lavoro sia in termini qualitativi sia quantitativi" parole del  Viceministro, professore di economia politica, Lorenzo Fioramonti (potete leggere l'intervista su ilmessaggero.it del 18 Marzo 2019). Infine "il sistema darà automaticamente l’abilitazione in base al tipo di insegnamento fatto, alle borse di studio ottenute e alle pubblicazioni fatte". Questa è una valutazione "matura" per il ministero anche se non è affatto matura

A tal proposito, penso che a nulla siano serviti secoli di storia, penso che i metodi ministeriali adottati, come già prospettato ancor prima dell'attuale illuminazione ministeriale, siano del tutto paragonabili a quelli inquisitori o persecutori, quindi, prevedo che sarà del tutto irrilevante l'impatto di edificanti articoli o appelli come il premonitore No alla robotizzazione dell'Università e della Ricerca oppure interventi di scienziati illustri, uomini di cultura e/o Rettori filosofi sul sistema di valutazione della Scuola e dell'Università : una nuova inquisizione o persecuzione è in atto, un preciso e trasversale disegno politico per dirimere il sapere critico e tutte le controversie, anche se scientifiche, così tipicamente caratteristiche degli intellettuali. 

In tale sistema di valutazione mi sembra possibile ravvedere l'idea ispiratrice che è "scintilla di subordinazione, di ciò che è particolare ed inferiore a ciò che è universale ed immortale, e rispetto della legge e disciplina" dell'algoritmo e delle statistiche, ad esempio; in tale contesto è anche prevista libertà "ma libertà da conquistare attraverso la legge" statistica, libertà "che si instaura con la rinuncia a tutto ciò che è piccolo arbitrio e velleità irragionevole e dissipatrice" parafrasando il Manifesto degli intellettuali fascisti di G. Gentile. Non importa se "la filosofia può insegnare che il problema di scegliere e operare in modo corretto non ha una soluzione definitiva e universalmente valida" come afferma E. Franzini.

Per una questione di coscienza - anche in veste di matematico - sono quindi nuovamente costretto a ribadire che i processi di automazione possono essere Armi di distruzione matematica, statistiche e algoritmi possono essere le loro pallottole. L'idea apologetica minimale, in difesa della cultura, in generale, e di una valutazione matura delle Università, in particolare - già espressa in Università! Quale libertà? - è che le "Università non siano solamente istituzioni nelle quali la trasmissione dei saperi si esaurisce in campi definiti, ma che siano anche un luogo d'elezione per tutte quelle pratiche che liberano il pensiero dai vincoli del `sapere controllato'. E quindi siano nuovamente rivoluzionarie e progressiste, abdicando o astenendosi dal praticare, al  loro interno, quel `potere coscienzioso' inquisitorio proprio del panoptismo."