L'intervento del Rettore Elio Franzini sul Corsera di oggi, 26 Marzo 2019 mi sembra quanto mai opportuno e in particolare condivido pienamente l'affermazione : "gli elementi di statistica, i numeri, pur importanti, non devono avere prevalenza assoluta, risultando invece solo un momento in un sistema di riferimenti più ampio e complesso, che non può mai cedere ad una razionalità unilaterale, comprendendo invece che nessuna verità singola può essere assolutizzata se si vuole avere una visione matura della scienza e dei suoi metodi."
In tale sistema di valutazione mi sembra possibile ravvedere l'idea ispiratrice che è "scintilla di subordinazione, di ciò che è particolare ed inferiore a ciò che è universale ed immortale, e rispetto della legge e disciplina" dell'algoritmo e delle statistiche, ad esempio; in tale contesto è anche prevista libertà "ma libertà da conquistare attraverso la legge" statistica, libertà "che si instaura con la rinuncia a tutto ciò che è piccolo arbitrio e velleità irragionevole e dissipatrice" parafrasando il Manifesto degli intellettuali fascisti di G. Gentile. Non importa se "la filosofia può insegnare che il problema di scegliere e operare in modo corretto non ha una soluzione definitiva e universalmente valida" come afferma E. Franzini.
Per una questione di coscienza - anche in veste di matematico - sono quindi nuovamente costretto a ribadire che i processi di automazione possono essere Armi di distruzione matematica, statistiche e algoritmi possono essere le loro pallottole. L'idea apologetica minimale, in difesa della cultura, in generale, e di una valutazione matura delle Università, in particolare - già espressa in Università! Quale libertà? - è che le "Università non siano solamente istituzioni nelle quali la trasmissione dei saperi si esaurisce in campi definiti, ma che siano anche un luogo d'elezione per tutte quelle pratiche che liberano il pensiero dai vincoli del `sapere controllato'. E quindi siano nuovamente rivoluzionarie e progressiste, abdicando o astenendosi dal praticare, al loro interno, quel `potere coscienzioso' inquisitorio proprio del panoptismo."
Per una questione di coscienza - anche in veste di matematico - sono quindi nuovamente costretto a ribadire che i processi di automazione possono essere Armi di distruzione matematica, statistiche e algoritmi possono essere le loro pallottole. L'idea apologetica minimale, in difesa della cultura, in generale, e di una valutazione matura delle Università, in particolare - già espressa in Università! Quale libertà? - è che le "Università non siano solamente istituzioni nelle quali la trasmissione dei saperi si esaurisce in campi definiti, ma che siano anche un luogo d'elezione per tutte quelle pratiche che liberano il pensiero dai vincoli del `sapere controllato'. E quindi siano nuovamente rivoluzionarie e progressiste, abdicando o astenendosi dal praticare, al loro interno, quel `potere coscienzioso' inquisitorio proprio del panoptismo."