martedì 12 ottobre 2021

Oltre la confluenza ?

In questa epoca (nebulosa o buia) di revisioni "epistemologiche", gli errori e orrori del passato si ripresentano -- oggi! -- come fantasmi o fantocci, come nostalgie o capri espiatori. Le guerre ritornano e ci offendono. La politica chiama alla lotta per rovesciare o accelerare il corso della storia. L'appello a influenzare è nuovamente ben scandito.

In tutte queste revisioni o lacerazioni delle ragionevoli prospettive fondate su ragionamenti ipotetici (elucubrazioni?), il dubbio, anche solo estetico, la stasi, la confluenza non è concepibile, praticabile: bisogna tornare indietro o andare avanti tutta. Nessuna confluenza tra opposti ?

Nuove immagini ci proiettano, da un lato, nel ritorno alla "natura originaria" come unica soluzione ai mali dell'uomo o per rimediare ai suoi danni, d'altro lato, ci dipingono padri illustri dell'umanità che ambisce al superamento della "natura originaria". L'emergenza del mondo degli automi, nostri figli, non ci assolve. 

I nuovi eventi non sono, in effetti, vecchie cartoline: sono nuove, dolorose, profonde offese. Non è possibile guardare fluire, indifferenti alle distorsioni, ai disastri, restare silenziosi o utilizzare parole allegoriche, che suonano utopiche o distopiche, inutili. Nessuna pace che non sia transitoria appare ragionevole, nessun orrore del passato appare lontano.

Non vi sarebbero però nubi alla confluenza pacifica degli opposti. Prosegue lenta nel suo corso, lecito o illecito, imprevedibile, ogni pratica che avviene tramite questo confluire. Nessun principio autoritario la sostiene o la potrà indirizzare. Confluenza non interamente libera ma pacifica, che si rinnova insinuandosi in qualunque forma, vaso, sonetto o sonata.