venerdì 21 aprile 2023

Caro Sindaco Le scrivo.


Caro Sindaco Le scrivo. 

Le scrivo perché tutti noi, una famiglia di Milano come tante, andiamo giornalmente in bicicletta, e ogni volta che mio figlio di 16 anni va in piscina o mia figlia di 14 va a giocare a scacchi o mia moglie esce per andare in ufficio, io ho paura che possano non tornare a casa. Nonostante la paura resistiamo e non ci arrendiamo alle quattro ruote! Vogliamo che una vera cultura della mobilità si diffonda, e se questo è possibile, lo si realizza solo con l'esempio. Noi desideriamo che il centro di Milano sia un esempio di civiltà per tutti; questa città che ha la vocazione di città ciclabile, da sempre, e, oggi, si vanta di essere all'avanguardia di una nuova economia sostenibile, per le sue eccellenze, deve ribellarsi e affrontare radicalmente la sfida nell'immediato futuro, senza ritardare nella conversione, a partire dal suo centro. Questa città ha ormai le sue vittime, i suoi eroi, in questa battaglia. 

Andando al lavoro in bicicletta da Tricolore a Città Studi, percorro tratti della ciclabile ancora incompiuta e contribuisco alla internazionalizzazione dei nostri atenei, processo che attira sempre un maggior numero di studenti e docenti stranieri, nonostante questi debbano subire trattamenti incongrui, dalle innumerevoli assurdità burocratiche, ad esempio, di permessi di soggiorno che si attendono in eterno, alle speculazioni sugli alloggi che rasentano il parossismo. Proprio gli stranieri sono allibiti dal paradosso di Milano, dove si potrebbe andare ovunque in bicicletta ma non ci sono le piste ciclabili!? che si ostentano quali "itinerari a traffico ciclistico privilegiato": ma scherziamo!? Una Milano internazionale deve fare meglio!! 

La prego di non fare della "priorità ciclabile" o della "Zona 30" uno slogan che nessuno riesce a prendere sul serio, come tante altre cose di questo bel paese e di questa bella città.